Insilato di Cereali autunno-vernini
Nelle classiche rotazioni colturali di una moderna azienda agricola il cereale autunno-vernino destinato all’insilamento si inserisce alla perfezione.
Dopo la raccolta del mais o del sorgo autunnale possiamo procedere con la semina di avena, triticale, frumento, segale o miscugli di graminacee e leguminose, che poi andremo a raccogliere a inizio estate.
Perché seminarlo?
Questi prodotti possiedono molteplici vantaggi. Innanzitutto ci permettono di sfruttare le piogge invernali e primaverili, dipendendo meno nella nostra raccolta dalle precipitazioni estive, che negli ultimi anni si sono fatte sempre più scarse, costringendo ad irrigare.
Si tratta inoltre di un alimento economico, con un costo di coltivazione per tonnellata di prodotto ottenuto che si aggira intorno ai 2/3 del costo del trinciato di mais. Capiamo quindi di essere in presenza di un valido alleato, insieme al sorgo, per ridurre la dipendenza dall’approvvigionamento di mais.
Inoltre per le sue caratteristiche organolettiche permette di essere utilizzato anche in grandi quantità all’interno della razione delle vacche, fornendo un prodotto molto fresco ed appetibile, in grado di sostenere grandi produzioni di latte.
Si tratta quindi di un prodotto molto gradito dagli animali, economico nella sua coltivazione e con un’ottima digeribilità e un buon tenore proteico e di zuccheri. Insomma, una bomba per le nostre bovine!
Ma quando raccoglierlo?
L’arcaico dubbio attanaglia sempre tutti. Una risposta univoca non c’è: di sicuro, se raccolto in piena fioritura esprimerà il suo massimo contenuto di proteine e zuccheri, con la migliore digeribilità della fibra, non ancora lignificata.
Se aspettiamo che maturi avremo un minore calo peso, ma al contempo una quota maggiore di fibra non assimilabile dalle bovine.
Il momento migliore per la raccolta è stato quindi individuato dagli esperti tra la maturazione lattea e la maturazione cerosa delle cariossidi, con un prodotto con un valore di sostanza secca intorno al 30-35%.
Inoculi si o inoculi no?
L’utilizzo degli inoculi batterici al momento dell’insilamento è dibattuto: di sicuro c’è che indirizzando la fermentazione della massa verde nella giusta direzione utilizzando ceppi specifici di batteri omo ed eterolattici avremo molteplici vantaggi:
- Minore calo peso, con conseguente maggiore resa;
- Maggiore stabilità della massa verde;
- Minori fenomeni di ossidazione aerobica del fronte all’apertura, soprattutto se il prodotto è stato insilato molto maturo (valori di ss superiori al 35%);
- Produzione maggiore e più rapida di acido lattico ed acido acetico, che abbassano il pH e creano un ambiente sfavorevole alla formazione di muffe, lieviti e batteri patogeni (in particolare i clostridi).
Insomma, tante variabili! Se hai dubbi, noi di Agribovis seguiamo la parte agronomica dei nostri clienti da anni, e saremo contenti di aiutarti!
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